…. riguardo al mondo degli scrittori e dell’editoria è riassunto in modo esemplare in questo interessante articolo di Chiara Berretta Mazzotta che vi linko di seguito.
Buona lettura 🙂
…. riguardo al mondo degli scrittori e dell’editoria è riassunto in modo esemplare in questo interessante articolo di Chiara Berretta Mazzotta che vi linko di seguito.
Buona lettura 🙂
Vero dani .. purtroppo per molti penso sia proprio riassunto bene!
Guarda Emma, ho voluto riportarlo anche qui perché è da tempo che combatto sta battaglia, soprattutto contro l’EAP che, a mio avviso, è una delle situazioni più becere che ci possa essere nel mondo editoriale. Sul self-publishing non ho nemmeno io nulla in contrario però, anche in questo caso, l’autore va a screditare il lavoro di editor, di redattori e di editori che si fanno il mazzo e studiano. Io lavoro e ho lavorato da entrambe le parti e quindi mi sento di poter dare un parere. Baci tesoro… 🙂
Si, decisamente!! 😍Tesoro io 😆😆 facciamo le 🤘alla moglie tua?? Dai dai … 😂😂😂😂
Stai bona e accetta queste carinerie ogni tanto…. mica devi essere mia moglie, quello già ce l’ho…. hahahahahahah….. 😀 😀
Anche iooo 😛😛
😂😂😂😂
Per i motivi elencati non ho mai scelto l’autopubblicazione e ho aspettato un editore…
E hai fatto benissimo Dorina. Me ne dispiace ma io non sponsorizzo nemmeno qui su wordpress lettori/amici che scelgono strade diverse da quella che hai scelto tu. Baci 🙂
Occorre più tempo e vivi con l’idea che non avverrà mai, ma alla fine, se sei convinto di valere devi saper aspettare… Bacio 🙂
Infatti, è proprio così… 😉
Che dire se non che sono pienamente d’accordo? Preferisco riservare tutte le mie energie nel dolce “farnulla” della scrittura, se poi qualcosa dovesse restare, sarebbe tutto grasso che cola…
Un saluto ed un fiore
Ciao mi fa piacere che anche tu sia d’accordo. In effetti per raggiungere certi risultati bisogna avere delle caratteristiche, anche mentali, che non tutti hanno o vogliono tirar fuori (di solito prevale il secondo caso anche per una questione di ego 🙂 ), per non parlare poi del talento o della capacità tecnica per scrivere. Poi, se qualcosa dovesse restare come scrivi anche tu, be’ allora vuol dire che era cosa buona e giusta, e l’autore ne godrà di sicuro. Un caro saluto anche a te e grazie del commento 🙂
Alle volte mi ha sfiorato l’idea di provarci in proprio, poi mi sono detto: perchè dovermi imporre afgli altri? Se qualcuno crederà di trovarci qualcosa nel mio lavoro, e dunque dovesse decidere di investirci tempo, lavoro e quattrino, ben venga. Altrimenti vorrà dire che saranno le “formiche” a goderne…
Grazie infinite a te per la condivisione…….
Be’, però se hai del materiale in cui credi spero che tu l’abbia proposto ad un editore. Perché è come scrivi anche tu, se qualcuno crede in me investirà in me…. si sa mai… 🙂
Il mio materiale consiste nelle poesie che, periodicamente, propongo ad amici e lettori. E già trovo la cosa abbastanza soddisfacente, sempre meglio che andare al parco, a declamarle alle zanzare ed ai fiori… Per il resto non mi fido degli editori: sono capaci di dirti che sono belle e poi chiederti un contributo. Io credo di avere superato l’età del”contributo”. E poi sono molto pessimista per quanto riguarda la poesia: è l’unica delle arti che non ti concede nulla per vivere. Tutte le altre, se diventi famoso, puoi sperare di vendere abbastanza per viverci, se non proprio per camparci da nababbo. Invece di poesia non si campa, a meno che non si faccia qualcosa d’altro per vivere…
Capisco bene a cosa ti riferisci e su certi aspetti posso darti ragione. Il consiglio, comunque, è sempre quello di non affidarsi a chi chiede un contributo perché quelli che lo chiedono non possono essere considerati editori. E’ come se io ti dicessi… bene, selvatico, ti assumo però non ti pago i primi tre stipendi perché non voglio accollarmi il rischio di impresa…. ecco, più o meno è questo il ragionamento che fanno queste persone. Poi, oltre che con le poesie, è difficile campare anche con la narrativa tout court, nel senso che o uno diventa famoso (che non è semplice) o uno ha dietro le spalle un team che lo supporta, lo pubblicizza e e quant’altro. Ma qui il discorso diventerebbe troppo lungo 🙂
Splendida coincidenza di vedute, mia cara Dani: in passato ci sono stati grandi autori, come Svevo o Gadda, che hanno dovuto autopubblicarsi a spese proprie.Qualcun altro come Salgari, ha creduto bene di sfuggire agli editori truffaldini e succhiasangue,suicidandosi per protesta. Ma erano altri tempi. Adesso ci sono milioni di scrittori e molti di meno che leggono o comprano. Dunque gli editori cercano di sfruttare il mercato dei milioni di potenziali scrittori, piuttosto che quello dei potenziali lettori. E’nell’ordine delle cose che sia così…
Un sereno fine di settimana
Eh sì, quelli erano proprio altri tempi… Un seren fine settimana anche a te 😊
Non conosco questo mondo e non sapendo scrivere bene non mi sono mai posto il problema, ma è interessante avere nuovi esempi sula mentalità che gira nel nostro paese.
Mi fa piacere che tu abbia trovato interessante l’articolo. Il mondo dell’editoria, in generale ma soprattutto qui da noi, non è ben conosciuto né capito in tutti i suoi aspetti, quindi quando i professionisti scrivono articoli per chiarire certi aspetti è sempre positivo a mio avviso 🙂
Alla prossima…
Ho letto tutto l’articolo e tu lo sai bene quanto io sia ignorante forte in questo campo, quindi di quello che ho letto ci ho capito ben poco se non che è tutto un macello e che il selfpublishing non è visto di buon occhio da molti.
Io la butto lì: se il problema è la qualità dei libri prodotti in proprio (e anche su quelli proposti dai maggiori editori avrei da dire molto in proposito) che pare essere piuttosto bassa e solo in pochi si salvano, perché allora non avere una sorta di “talent scout” come nel mondo del calcio? Ovvero una persona che si prenda la briga di leggere non tutti tutti ma almeno quelli che a suo avviso ritiene più interessanti e cercare al loro interno coloro che meritano di essere pubblicati?
Esistono queste persone, Adri, e si chiamano editor, però hanno un costo ovviamente e molti autori, dall’ego smisurato, pensano di poter fare da soli. Un libro dovrebbe sempre essere letto da un professionista e non dagli amici che danno i consigli. In più tanti non si rendono conto di certi meccanismi e pretenderebbero il tutto e subito… 🙂
Ah beh quelli che pretendono i miracoli e il “tutto e subito” non mancheranno mai purtroppo.
È vero: se si vuole avere un buon risultato occorre affidarsi a dei professionisti che l’improvvisazione e il fai-da-te molto raramente portano a qualcosa, di solito non combinano nulla e basta.
Infatti, solo che l’italiano medio (non parlo di tutti ovviamente) non vuole pagare quando si tratta di arte, o vuole pagare poco. In più non viene rispettata la professionalità delle persone. E’ come se io venissi da te a dirti… Adri mi sistemi il Mac e mentre tu lo fai io ti dessi indicazioni su come fare… ioooo… che non so una cippa rispetto a quello che sai tu 😀 …. con gli editor funziona un po’ nello stesso modo… ahahahahah
Ti capisco benissimo e mi piacerebbe approfondire la cosa.
Avremo modo di sicuro… 🙂 Ora chiudo perché devo andare all’aeroporto…. 😉 Baci Adri e buon fine settimana….
Baci anche a te, buon viaggio e buon fine settimana 🙂 :-*
Grazie, arrivata ora sana e salva. Buon weekend 😄😄
Yeeeee 😄😄😄🎊🎉
😂😂😂🎉🎉🎉
passo a leggerlo.
Quello che scrive è corretto, senza dubbio. Il problema è alla fonte. Chi dovrebbe leggere o recensire lo fa solo per i grossi editori e ovviamente sa di ricavarci qualcosa in cambio.
Mazzotta dovrebbe aggiungere che il giornalista/critico non butta nel cestino solo i selfpublishing ma anche tutti quelli che non sono targati Mondazzoli o Gems e qualche altro editore.
Questa è la triste realtà.
Oddio, io conosco persone che pubblicano anche con piccoli editori e senza sborsare un euro. Certe realtà, a mio avviso, esistono, poi dipende sempre cosa un autore si aspetta dalla scrittura. Quello di cui scrivi tu è certo che sia un fenomeno che esiste, ma non è tutto così marcio per me, e te lo dice una persona che di bastonate ne ha prese in questo settore… 😊😊
non dubito di quello che hai scritto. Mi limitavo a commentare il link, dove la Mazzotta afferma che i self vengono cestinati senza nemmeno sfogliarli.
Nessun dubbio che si possono trovare piccoli editori che si vogliono mettere in gioco ma di certo resta solo la soddisfazione di vedere il proprio nome su un libro con condizioni capestro. ne cito una. Si cedono i diritti per sempre – ovvero non becchi nulla – se il testo viene usato per fiction TV o film. Altra è che se i diritti d’autore non superano i 50€ non becchi nulla. Io ho pubblicato self e ho incassato oltre 20€ per le vendite con tanto di bonifici mensili. Certo non sono diventato ricco, anzi 😀 ma ma metti la soddisfazione di vedere arrivare nel conto questi spiccioli?
sono asolutamente d’accordo…del resto …troppi scrivono e troppo pochi leggono… abbraccio dani
Anche a te Viki, grazie… 😘😘😘
Quanta amara verità.
E purtroppo mi sa che, almeno nel nostro paese, le cose stiano ancora così 😦
Ne sono sempre più convinto.
Certo che se si riuscisse a creare un “movimento”, l’attenzione sarebbe forse un po’ diversa…
Non saprei perché non c’è tanta solidarietà tra gli scrittori, a mio avviso (ovviamente sto generalizzando). Bisognerebbe che si facesse come negli Stati Uniti, dove il self viene considerato come una finestra positiva per farsi conoscere. Anche gli editori in Italia dovrebbero cambiare la mentalità, ma di veri editori che ti sponsorizzano veramente ne sono rimasti pochi. Potrei fare mille esempi ma verrei denunciata se facessi nomi e cognomi…. 😀